mercoledì 8 gennaio 2014

Helen Fielding, "Bridget Jones, un amore di ragazzo".



Ciao a tutti e a tutte.

E' passato un po' di tempo dall'ultimo post questo perchè, periodicamente, mi metto a rileggere libri già letti e recensiti e questo è un periodo di riletture interrotto, però, dalla parentesi Bridget Jones.
Lo confesso: io la adoro. Ho amato follemente i primi due libri e mi sono buttata a pesce anche su questo.

Un rapido e conciso commento a cado: la Fielding se lo poteva risparmiare e no, non solo perchè ha deciso di far morire Mark Darcy, ma perchè questo libro è infarcito di stereotipi, pregiudizi e banalità non da Bridget che mi hanno lasciata davvero delusa.

La trama è molto semplice: la nostra Bridget si ritrova cinquantunenne (anche qui, le tempistiche sono errate, dovrebbe avere dieci anni di meno ma, probabilmente, è stata una scelta ponderata dell'autrice), vedova, madre di due bambini piccoli e con un toy boy di ventuno anni più giovane di lei.
Nonostante il dolore che si porta dietro, nonostante la maternità, più o meno è sempre la stessa Bridget che però ho trovato appannata e scialba più che maturata, quasi l'autrice si fosse persa la protagonista per la strada e avesse ripreso una visione un po' appannata che aveva nella sua memoria.
Il libro è sicuramente leggero, godibile, scorrevole e poco impegnativo ma, mi dispiace dirlo, non mi è piaciuto, soprattutto nel finale, scontato dalla terza pagina eppure tirato per i capelli. Si perde tempo in mezzo dove ci sono capitoli inutili e vuoti, uno dietro l'altro, per poi arrivare a correre nel finale rendendolo stiracchiato.

Ovviamente, come per ogni libro di cui parlo qui, si tratta di pareri personali  e non di tentativi di far passare la mia opinione come l'unica verità accettabile, spero sia superfluo spiegarlo.
Come sempre aspetto i vostri commenti.

Un bacio ^-^